Castelli infestati e giardini incantati della Scozia

Eccoci in Scozia, la terra di antichi, misteriosi ed imponenti castelli circondati da giardini incantati, ma anche la casa di storie, leggende e fantasmi che si intrecciano tra loro.


I castelli scozzesi sono veramente tanti, ed è quasi impossibile compilare una lista completa di questi antichi manieri. Per aiutare la scelta di quale visitare, l’organizzazione scozzese che gestisce questo patrimonio, ha creato l’ “Historic Scotland Explorer Pass“, una tessera turistica che permette l’ingresso ai castelli sparsi in tutta la Scozia.

In questo articolo ti parlerò di alcuni castelli che ho visitato durante il mio viaggio in Scozia: sono antichi manieri accomunati da giardini meravigliosi e da leggende e storie di fantasmi, non perderli!
Si tratta di storie, leggende, racconti e dicerie che si sono raccontate, tramandate e susseguite nel corso dei secoli, aggiungendo o tralasciando particolari qua e là.
Se queste storie siano vere o solo frutto della fantasia, non si sa, ma danno quel tocco dark, gotico, misterioso, pauroso ed avvincente ad vecchi castelli…

 

Le leggendarie del Dunvegan Castle e dei suoi giardini (Isola di Skye)

Sull’isola di Skye, nelle vicinanze dell’omonimo villaggio, troverai il castello di Dunvegan. Sorge sopra una piccola altura rocciosa che domina le sponde del Loch Dunvegan.
Questo castello in origine era una fortezza: il luogo era circondato da una cinta muraria che proteggeva l’intero promontorio. Infatti, fino al 1748 l’unico modo di entrare al castello era il mare. Ancora oggi si può vedere questa entrata.

Dunvegan Caste

Il castello è di proprietà del clan McLeod fin dal 1200, anno della sua costruzione ad opera del capostipite della famiglia McLeod. Da allora, per ben 800 anni, è stato sempre abitato da questa famiglia. Oggi il suo proprietario è Hugh McLeod, il trentesimo Clan Chief (capo clan).

Dal 1933 è aperto al pubblico, curioso di scoprire i suoi bellissimi giardini, le leggende che lo legano alle fate, la bandiera magica e le battaglie per il suo possessoLa storia e gli abitanti del castello, infatti sono legati ad una serie di cimeli fatati ed a leggende romantiche e avventurose.

Dunvegan Garden

IL MOTTO DEI MCLEOD
Il clan McLeod da secoli ha un motto: “Hold Fast”.
Fu la vicenda avvenuta a Malcom McLeod a dare origine a tale motto. Malcom venne attaccato da un toro selvaggio mentre rientrava al castello dopo un piacevole incontro con una donna sposata. Mentre lottava col toro, i membri del clan, gli gridavano “Hold Fast McLeod, hold fast” (resisti McLeod). Dopo una lunga lotta, Malcom riuscì a sconfiggere il toro uccidendolo solo con il suo pugnale.
Come ricordo della sua avventura, tagliò un corno al toro e poi lo fece anche raffigurare nello stemma del clan. Successivamente venne inciso sopra la testa dell’animale anche il motto molto amato “Hold Fast”.
Il corno, come il motto, è usato ancora oggi: da esso ogni erede beve un sorso di vino rosso.


La leggenda della Fairy Flag

La Fairy Flag of Dunvegan (Am Bratach Sith in gaelico) è, ancora oggi, il soggetto più prezioso ed amato dal Clan McLeod.

La leggenda racconta che la bandiera fu donata dalle fate al capo clan McLeod e che avrebbe poteri magici: se la bandiera viene sventolata durante una dura battaglia, tutto il clan si salverà vincendo la guerra.
La bandiera però può essere usata solo tre volte, dopodiché deve tornare al popolo fatato.
Esistono due versioni relative a questa leggenda: la versione del Crociato e quella Del Ponte delle Fate.

  • LA VERSIONE DEL CROCIATO
    Questa leggenda racconta che durante una Crociata in terra santa sul passo di una montagna, un eremita offrì riparo e cibo ad un McLeod.
    L’eremita lo avvertì anche che a guardia del passo c’era uno spirito maligno, chiamato “La Figlia del Tuono”, che attaccava i credenti e per poter oltrepassarlo era necessario ucciderlo usando un pezzo della Vera Croce.
    MceLeod riuscì a sconfiggere lo spirito, che in punto di morte gli rivelò il futuro del clan, e gli disse di costruire uno stendardo con la sua fusciacca e di usare la sua lancia come asta.
  • LA VERSIONE DEL PONTE DELLE FATE
    La versione più romantica, invece, racconta di un capo clan McLeod che si innamorò della principessa delle Fate (a Bean Sidhe).
    L’ amore dei due giovani venne contrastato dal re delle Fate, che impedì loro anche il matrimonio. Ma, vista la grande insistenza della figlia, acconsentì al matrimonio ad una condizione: si sarebbero uniti con il rito della legatura delle mani (Hand Fasting).
    Un rito molto usato nelle Highlands dell’epoca, ovvero un matrimonio a scadenza, se vogliamo una sorta di “antica convivenza” della durata di un anno e un giorno, dopo il quale si poteva scegliere se separarsi o sposarsi ufficialmente.
    Al termine del periodo di Hand Fasting, la principessa, sarebbe dovuta tornare con il suo popolo senza portare con sé nulla di umano.
    Per un anno la coppia visse felice al castello di Dunvegan, e nel frattempo ebbero anche un figlio. Al termine dell’anno al “Fairy Bridge” (il ponte delle Fate, non lontano dal castello), con gran dolore, la principessa dovette separarsi dal marito e dal figlioletto. Mentre se ne andava la Fata fece promettere al marito che non avrebbe mai lasciato piangere il figlio, altrimenti le sue grida l’ avrebbero raggiunta nel lontano regno fatato. Il figlio crebbe così felice e senza piangere fino al giorno della festa di compleanno di suo padre. Il capo clan era triste e sconsolato per la perdita della bella moglie, e così i compagni decisero di organizzare per lui una grande festa nel castello di Dunvegan.
    Il figlioletto venne mandato a letto e fatto sorvegliare a vista da una governante, che però, curiosa, uscì dalla stanza per guardare i goliardici festeggiamenti.
    Fu per questo che non sentì il bimbo spostarsi nel letto ed iniziare a piangere.
    La madre del bimbo, sentendo le grida, apparve all’improvviso vicino a lui ed iniziò a cullarlo amorevolmente fino a che non si addormentò, e per coprirlo usò uno scialle fatato. La governante, tornata nella stanza, non vide nessuno, udì solo la dolce ninna nanna. Prese, allora, il bimbo avvolto nello scialle e andò subito dal capo clan a raccontare l’accaduto.
    Ancora oggi, sull’isola di Skye, viene cantata questa ninna nanna fatata, ed è conosciuta come “The Cradle Spell of Dunvegan”.
    Diventato grande, il bambino raccontò che lo scialle era magico: se il clan fosse stato in pericolo, avrebbero dovuto sventolarlo tre volte, richiamando, in questo modo, in aiuto gli eserciti delle fate. Ma anche questo dono prevedeva una condizione: avrebbero potuto usarlo solo per tre volte, dopo di che doveva tornare alle fate.

A quanto pare sembra che la Fairy Flag sia stata utilizzata già due volte:

  • La prima volta quando i McLeod combatterono contro i loro nemici, i McDonald. Essendo in difficoltà il capo clan decise di sventolare tre volte la bandiera e fu così che un esercito di fate arrivò in loro aiuto, ed i McLeod vinsero la battaglia.
  • La seconda volta venne usata quando il bestiame morì a causa della peste e molti membri del clan morirono di fame. Il capo clan preoccupato sventolò la bandiera, e le fate riportarono in vita i bovini non facendoli più ammalare.

Inoltre la leggenda vuole che solo gli eredi maschi del clan possono custodire la bandiere delle fate e che solo il membro più anziano la possa sventolare in caso di bisogno.

A te quale delle due versioni piace?… A me quella più romantica, ovviamente 😉

Se ami leggere e ti piacciono le storie d’amore, ti consiglio il libro “Tesoro di Scozia” di Valentina Piazza, dove i tempi moderni si intrecciano con la leggenda della Fairy Flag.
Intorno alla Fairy Flag, circolano anche moltissime voci, che siano frutto della fantasia degli uomini o verità, solo le Fate lo sanno.
Si dice, infatti, che nel 1939, scoppiò un incendio al castello e solo quando la bandiera fu messa in salvo, le fiamme si placarono.
Altre storie raccontano che molti militari del clan McLeod, durante la II Guerra Mondiale, avevano con loro una  foto della bandiera delle fate. Si racconta pure che nessuno degli aviatori McLeod che aveva con sé la foto della bandiera, morì nello sbarco in Normandia. Chissà…
Addirittura si racconta che il capo clan McLeod, nel caso in cui i tedeschi avessero invaso le coste della Gran Bretagna, si fosse offerto di portare la Fairy Flag sulle bianche scogliere di Dover.
Grazie a Churchill, il suo intervento non fu necessario, e così la Fairy Flag, aspetta al castello di Dunvegan, custodita in una teca speciale il suo terzo ed ultimo utilizzo.

Chissà se tutte queste storie sono solo leggende o hanno anche un fondo di verità. Ma, forse, ti starai chiedendo un’ultima cosa…

Da dove arriva veramente questa misteriosa bandiera?

Il pezzo di stoffa fu fatto esaminare da vari scienziati e storici, che giunsero alla conclusione che si tratta di un pezzo di seta di colore giallo pallido proveniente da Rodi o dalla Sira, e risalirebbe ad un periodo storico collocabile tra il IV ed il VII secolo d. C., e poi portato in Scozia da un Crociato.

I GIARDINI DEL DUNVEGAN CASTLE

I giardini di questo misterioso castello sono un esempio dei boschi naturali che, secondo una mappa di Skye, nel 1650 coprivano l’intera isola. La tradizione racconta che tali boschi, furono abbattuti per far sì che bande di ladri non si nascondessero tra gli alberi.

Come tutti i giardini inglesi, anche questi sono veramente belli: si passeggia piacevolmente tra boschetti, fiori, laghetti, cascatelle e ruscelli che scorrono lenti verso il mare. Prenditi un po’ di tempo per immergerti in questo angolo nascosto e tranquillo, ascolta il suono dei ruscelli ed il canto degli uccellini.

A fine maggio quando, siamo stati noi, c’erano alcuni giardinieri che stavano preparando fiori, piante e terreno per l’arrivo della bella stagione. E nonostante questi preparativi e molti fiori ancora “addormentati”, li ho trovati bellissimi: un piccolo angolo verde e rigoglioso che contrasta il tipico paesaggio di monti e terra brulla di Skye.

Girovagando qua e là, tra fiori e giardinieri, mi tornato in mente il giardiniere scontroso e solitario amico del pettirosso, ma anche il giardino segreto di Mary, Dickon e Colin, i protagonisti del libro il “Giardino Segreto”. Ho immaginato anche di essere una dama che passeggia tranquilla, o sta seduta in una panchina circondata dai fiori, a leggere un romanzo di Jane Austene

Questi giardini non sono nati con il castello, ma furono realizzati a partire dal XVIII secolo.
Nel 1811, poi, John Norman iniziò a piantare alberi su un vasto territorio intorno al castello, dando così inizio alla storia vera e propria dei giardini del castello di Dunvegan.

Mr. Norman realizzò anche un giardino recintato, il Walled Garden, all’ interno del quale un tempo si trovava l’ orto. Oggi, invece ci sono fiori e piante di ogni specie, uno stagno di ninfee, un museo del giardino ed una serra in vetro.
Poi troverete il Water Garden, dove potrete passeggiare tra ponticelli, isolette e tantissime varietà di fiori e piante.
C’è anche il Round Garden, un giardino più elegante che ha come elemento centrale varie aiuole con tantissimi fiori colorati.
Per finire potrai passeggiare in un giardino di rododendri e nel Woodland Garden.

 

La leggenda dell’asino e William Shakespeare

Questa leggenda narra la storia del capostipite della famiglia Cawdor, al quale fu ordinato in sogno di costruire un castello nel punto esatto dove il suo asino si fosse fermato.
Fu così che l’animale, carico di molte borse piene d’oro, si fermò a riposare sotto un albero di agrifoglio nato in un’altura rocciosa.

William Shakespeare, allora, costruì proprio attorno a quest’albero il suo castello: ovvero la torre principale, che per 600 anni fu la residenza dei Cawdor.
Sempre secondo la leggenda questo albero di agrifoglio avrebbe delle proprietà magiche, che in più di un’occasione salvarono il castello dalla rovina. Purtroppo l’agrifoglio morì circa nel 1372, in conseguenza alla costruzione della torre, che lo privò della luce.
Nella cantina conosciuta come “The Room Hawthorn”, puoi vedere l’albero ancora in piedi dopo tutti questi anni.

Il Cawdor Castle è legato anche a William Shakespeare. La tragedia delle sanguinose vicende del suo Macbeth, sono ambientate proprio in questo castello.
In realtà Shakespeare ha un po’ modificato la storia, visto che il castello venne edificato molti anni dopo la morte del vero Re Macbeth, che visse nel XI secolo.
Probabilmente decise di ambientare la sua tragedia in questo luogo, perché ispirato dalla fama e dell’imponente torre centrale del castello.

Il Cawdor Castle è una costruzione protetta proprio per la sua particolarità, mentre l’area circostante è inclusa nell’ “Inventory of Gardens and Designed Landscapes”, ossia un inventario dei giardini e della paesaggistica scozzese più importante.
Se decidi di visitare il Cawdor Castle con il tour guidato, potrai ammirare due piani della torre centrale e alcune zone della parte nord e di quella ovest.
Potrai vedere la leggendaria stanza con l’albero di agrifoglio e le prigioni; l’imponente “Drawing Room” dove sono appesi i ritratti di generazione dei Campbell; le camere da letto abbellite con arazzi; la sala da pranzo con l’antico camino in pietra e per finire la vecchia cucina.

È un modo per vedere e conoscere uno spaccato di vita passata, ma anche odierna, di re, regine, conti e contesse. Per questo mi è dispiaciuto molto non poterlo visitare con la guida. Infatti abbiamo potuto ammirare solo alcune stanze ed i bellissimi giardini del castello.

Il Cawdor Castle è circondato da tre bellissimi giardini:

  • The Walled Garden, il giardino murato
  • The Flower Garden, il giardino fiorito
  • The Wild Garden, il giardino selvaggio

 

Le leggende sulle stanze segrete del Glamis Castle

La Stanza del gioco
Una leggenda su una misteriosa stanza segreta, situata nella profondità della Cripta, riguarda il vizio del conte, Patrick Strathmore, di giocare a carte. Si racconta che un sabato notte, all’ avvicinarsi del Sabbath (il ballo delle Streghe con il Diavolo), un servo avvertì il conte di smettere di giocare a carte, ma Strathmore iniziò a ridere e affermò che avrebbe giocato a carte per tutta la vita.
Fu così che, proprio in quel momento, arrivò uno sconosciuto, forse proprio il Diavolo, molto ansioso di sfidare a carte Strathmore. Il Conte perse quasi tutto, e lo sconosciuto gli propose di giocare un’ultima mano, con la promessa che se Strathmore avesse perso, gli avrebbe dato l’ anima. Strathmore accettò e ovviamente perse ed uscì dalla stanza segreta in preda al panico. Lo straniero invece scomparve nel nulla, nessuno lo vide andare via.
Si dice che il conte da quel momento fino alla sua morte, visse impaurito di tutto. Si racconta anche che, se si appoggia l’orecchio alla porta della camera quando la campana suona la mezzanotte, si possa sentire il conte piangere ed il rumore dei dadi sul tavolo da gioco…

La stanza del mostro di Glamis
La leggenda scozzese racconta che nelle notti silenziose e solitarie, a piú di 300 anni di distanza, si possano udire ancora le urla sofferenti del fantasma del “mostro di Glamis”… Brrrr… Brividi….
Il mostro altri non era che il figlio illegittimo del conte vizioso Patrick Strathmore.
In preda alla lussuria, Strathmore, violentò una serva e da questo atto spregevole nacque un bimbo deforme ma con una forza sovrumana.
Il conte decise di non uccidere il figlio illegittimo, ma lo rinchiuse a vita in una stanza di un’ ala remota del castello.
Fu un giornale dell’epoca a far uscire la storia di un mostro rinchiuso in una stanza segreta del castello di Glamis. Secondo molte dicerie tramandate negli anni, sembrerebbe che in questa stanza segreta, il nostro “simpatico” conte, rinchiudesse tutte le persone che non gli stavano simpatiche.
La leggenda, infatti, racconta che per non sembrare scortese il conte accolse alcuni membri del Clan Ogilvie, ma dato che non erano di suo gradimento, li rinchiuse in una stanza in un’ala remota del castello, lasciandoli morire di fame e stenti.

Simpatico, no?

Un giorno un discendente di Strathmore, incuriosito dai rumori e dalle urla che sentiva spesso, decise di aprire la porta di quella stanza misteriosa e quello che vide fu terribile e svenne…. 

Chissà cosa vide questo poveretto: forse degli scheletri messi in una posizione che fece credere che prima di morire i prigionieri si stessero mangiando tra loro, come vuole la leggenda?

Mistero!

Il GLAMIS CASTLE (ANGUS)

Il castello di Glamis si trova nella terra di Strathmore, presso Forfar, capitale di Angus e domina il villaggio di Glamis.

Castelli Scozia Glamis Castle

Questo castello ha una storia molto antica: infatti, nei pressi del Glamis Castle sono stati ritrovati oggetti preistorici, come la Pietra Pitta, conosciuta come Eassie Stone (una Stele monumentale scolpita in entrambi i lati con motivi Pitti).
Poi è stato il luogo di nascita della regina Margherita e la residenza natale della Regina Madre, Elizabeth Bownes-Lyon, madre dell’attuale Regina Elisabetta II d’Inghilterra.
Oggi il castello è abitato dai conti di Strathmore e Kinghorne, ed una parte di esso è visitabile con la guida che vi racconterà la storia del castello e tante storie dei fantasmi che lo abitano.

Dopo aver superato un imponente cancello d’ingresso, il “Devil Gates”, Cancello del Diavolo, per arrivare al castello, dovrete percorrere un lunghissimo e bellissimo viale alberato. Percorrendolo mi sono immaginata come deve essere bello e romantico percorrerlo in carrozza.
E poi eccolo lì, ti appare all’improvviso un castello degno di ogni fiaba che si rispetti!

La proprietà che circonda il castello è molto vasta e comprende dei giardini bellissimi, dove poter passeggiare tra boschi e sentieri, varie coltivazioni  ed un’area per l’allevamento di bestiame.
Difatti vicino al parcheggio potrete vedere un sacco di mucche Highlander che pascolano tranquille, ignare della brutta fine che faranno… Poverine!

Dopo aver mangiato e bevuto un buon the caldo accompagnato da due Sandwich al salmone, come un vero e proprio Tea Time all’inglese, ci siamo dedicati alla visita del castello. Devo dire che è stata molto interessante, soprattutto la parte delle storie sui fantasmi.
Così, per raccontarvi la storia di questo castello misterioso, ho pensato di iniziare proprio dalle leggende di mostri e fantasmi che infestano il Glamis Castle.

Devi sapere che il Glamis Castle è il castello più infestato della Scozia e del mondo. Per cui apri bene le orecchie, guardati le spalle e fai attenzione a tutti i rumori, misteriosi e sospetti che sentirai durante la visita.

I GIARDINI DEL GLAMIS CASTLE

Dopo la visita al castello abbiamo passeggiato in solitaria tra i favolosi giardini che circondano il Glamis Castle.

Il tempo non era dei migliori: infatti freddo, vento, nuvoloni grigi e ogni tanto qualche gocciolina di pioggia ci hanno accompagnati per tutta la visita. Però abbiamo comunque trovato questi giardini  ricchi di fascino ed eleganza e, dopo aver scoperto le storie sui fantasmi, vedere il castello dai giardini con il cielo grigio sullo sfondo ed attraversare un piccolo bosco è stato ancora più emozionante.
Nel grande giardino libero proprio in prossimità del castello, potrai vedere una grande meridiana ancora utilizzabile. È alta circa 7 metri, fu progettata pensando al Calendario Gregoriano e venne eretta nel 1671.

I giardini che circondano il castello, invece, comprendono:

  • Un giardino olandese, chiuso al pubblico, progettato nel 1893 con aiuole circondate da bassi siepi.
  • Il giardino recintato, Walled Garden, abbandonato a se stesso, come il Giardino Segreto di Mary, ed è proprio così che io l’ ho immaginato. Perché quando siamo stati noi, era tutto chiuso e non si poteva entrare ma solo sbirciare attraverso il cancello…
    I conti di Strathmore hanno iniziato a sistemarlo nel 2015, probabilmente poco dopo la nostra visita. Oggi ci sono nuove aiuole con vari fiori, alberi da frutta e verdure, una grande fontana al centro e giochi d’acqua tra cui un ponte che ricorda il giardino di Monet.
  • Un giardino italiano, ad est del Glamis Castle, fu realizzato dalla contessa Cecilia nel 1910. Delimitato da alte siepi di tasso, il Giardino Italiano racchiude al suo interno una terrazza rialzata tra due gazebo, una fontana in pietra, vicoli di faggio, aiuole fiorite che ricordano lo splendore dell’Era Edoardiana e cancelli ornamentali, realizzati per l’ottantesimo compleanno della Regina madre. In primavera con lo sbocciare dei vari fiori non ti sarà difficile avvistare farfalle e api, ma potrai incontrare anche scoiattoli e fagiani.

 

THE END!!!

Che dire? Amo tantissimo visitare i castelli, soprattutto se all’interno trovo mobili, quadri, stanze arredate di tutto punto come un tempo, o che sono sempre rimaste così nel corso degli anni. Mi piace scoprire ed immaginare la vita che conducevano e, a volte conducono tuttora, principesse re e regine.

Non lo so, sarà la curiosità di voler entrare nelle loro case, sarà l’idea romantica che ho della nobiltà inglese, dovuta anche ai vari libri letti della mia amata Jane Austen, delle sorelle Brönte e di tutti i film e serie tv visti al riguardo, o sarà forse un po’ d’ invidia buona nel voler vivere come loro? Chi non vorrebbe essere un po’ come loro?
E come descrivere i meravigliosi giardini che circondano alcuni castelli? Io li amo tantissimo. Per me sono un’oasi di pace, delicatezza ed eleganza che pochi hanno.

A volte ti potrà sembrare di essere in giardini incolti, ma in realtà anche lì c’è uno studio ed eleganza!